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Honey Don’t!: Sesso, Violenza e Ironia nel nuovo Noir di Ethan Coen

Con Honey Don’t!, Ethan Coen, questa volta senza il fratello Joel ma affiancato dalla montatrice e co-sceneggiatrice Tricia Cooke, porta in sala un noir atipico, volutamente sopra le righe, che mescola sesso esplicito, violenza pulp e humour nerissimo. Il risultato è un film che spiazza, diverte e scandalizza, capace di affascinare un certo pubblico ma anche di respingerne un altro.


A reggere gran parte del gioco ci sono le protagoniste Margaret Qualley e Aubrey Plaza, che brillano grazie a un’alchimia che incendia lo schermo, mentre Chris Evans regala una delle interpretazioni più eccentriche e inattese della sua carriera. Nonostante una trama a tratti frastagliata e dei toni che non conoscono misura, Honey Don’t! è un’opera che lascia il segno, ma che difficilmente si può definire adatta a tutti.


Honey e il cuore oscuro dell’America

Al centro della storia troviamo Honey O’Donahue, interpretata da Margaret Qualley, una detective privata indipendente, disillusa e sempre pronta a inseguire il proprio piacere. Honey è un personaggio che non cerca di piacere, spigoloso, diretto, a volte brutale, ma mai banale. Intorno a lei ruota una provincia americana che dietro facciate rispettabili cela desideri, vizi e crimini.


Honey Don’t!: Sesso, Violenza e Ironia nel nuovo Noir di Ethan Coen

A dividere lo schermo con lei c’è Aubrey Plaza, nel ruolo della sua complice e amante occasionale. La tensione tra le due attrici è il vero motore del film: dialoghi serrati, attrazione palpabile e scintille continue trasformano ogni scena condivisa in un momento elettrico. Non si tratta soltanto di alchimia erotica, ma di una dinamica narrativa che dà credibilità a un racconto altrimenti rischioso, capace di deragliare da un momento all’altro nella pura e mera provocazione.


Chris Evans, un reverendo tra il sacro e il grottesco

Il colpo di genio del casting è però Chris Evans. Nei panni del Reverendo Drew Devlin, l’attore abbandona completamente l’immagine patinata dei suoi ruoli più celebri per calarsi in un personaggio che è al tempo stesso ridicolo e inquietante. Devlin è un predicatore che dietro i sermoni vive ogni sorta di eccesso: sesso promiscuo, traffici criminali, doppia vita condotta con disinvoltura, senza alcun freno morale.


Honey Don’t!: Sesso, Violenza e Ironia nel nuovo Noir di Ethan Coen

Evans riesce a trasformare il reverendo in una figura tragicomica, sopra le righe, che fa ridere e disgusta allo stesso tempo, incarnando perfettamente lo spirito del film. La sua interpretazione restituisce un’America dove religione, perversione e violenza convivono nello stesso corpo, generando un cortocircuito continuo.


Sesso, sangue e ironia nera

Il film non si può raccontare senza citare il suo coraggio nel mostrare ciò che di solito resta nascosto o edulcorato. Honey Don’t! è esplicitamente sessuale e violentemente pulp. Le scene di sesso, l’uso di sex toys, il sangue, le mutilazioni e i momenti disturbanti, alternati a un’ironia beffarda, creano un mix che non lascia scampo.


Honey Don’t!: Sesso, Violenza e Ironia nel nuovo Noir di Ethan Coen

Ethan Coen sceglie la strada dell’anarchia stilistica e narrativa: chi conosce i Coen ritrova il gusto per il grottesco e l’assurdo, ma qui il tono è ancora più libero, quasi sperimentale. Il film sembra non voler mai arretrare davanti all’eccesso, e questa scelta può entusiasmare chi ama il cinema senza compromessi, ma può anche risultare esasperante per chi cerca equilibrio e misura.


Honey Don't: un film che consigliamo, ma non a tutti

Al di là di alcune imperfezioni, Honey Don’t! resta un’esperienza cinematografica forte, difficile da dimenticare. La forza interpretativa delle attrici principali, l’estetica curata, il coraggio di osare e di provocare lo rendono un film che merita di essere discusso. È un’opera che divide e che non lascia indifferenti, e proprio in questo risiede il suo valore. Non è per tutti, ma chi ama il cinema capace di sfidare e spingersi oltre i confini troverà qui un’esperienza da non perdere.

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