Bitonto, nel cuore della Puglia, il Visioni Periferiche Festival continua a dimostrarsi un presidio culturale vivo, radicale e necessario. La scelta di proiettare L’albero, opera prima di Sara Petraglia, è stata più che coerente con lo spirito del festival: portare nelle periferie il cinema che guarda ai margini, senza retorica, senza scorciatoie.
C’è un coraggio silenzioso in Fuori, l’ultimo film di Mario Martone, e non è solo quello delle sue protagoniste. È un’opera che si prende rischi: racconta una storia poco accomodante, con una forma volutamente lenta, stratificata e non sempre decifrabile.
Il Baracchino, disponibile dal 3 giugno su Prime Video, è la prima serie italiana d’animazione prodotta da Amazon come Amazon Original. Questo debutto rappresenta un passaggio importante nel panorama dell’intrattenimento italiano, soprattutto perché coniuga due linguaggi spesso considerati distanti: l’animazione e la stand-up comedy.
Con La trama fenicia, Wes Anderson firma forse la sua opera più stratificata e ambiziosa degli ultimi anni. Un film che, pur restando fedele alla grammatica visiva che ha reso inconfondibile il suo stile – simmetrie impeccabili, palette cromatiche pastello, scenografie teatrali e personaggi eccentrici – affonda con sorprendente delicatezza nelle pieghe più profonde dell’esistenza umana. E lo fa con una lucidità affettuosa che disarma.
"No Other Land" è un documentario che ha conquistato l'Oscar nel 2025, diretto da un collettivo israelo-palestinese composto da Basel Adra, Yuval Abraham, Rachel Szor e Hamdan Ballal. Il film racconta la resistenza della comunità palestinese di Masafer Yatta, nel sud della Cisgiordania, contro l'espulsione forzata da parte dell'esercito israeliano.
Parthenope di Paolo Sorrentino si addentra nel tema della decadenza non solo come deterioramento estetico, ma come declino dell’anima e del corpo, ricalcando la poetica del regista con nuove sfumature. Parthenope e suo fratello Raimondo sono emblematici di questa esplorazione: incarnano due volti della stessa medaglia, due espressioni di un dolore esistenziale che li consuma, conducendoli a esiti opposti.
Nel film si compie un raro miracolo cinematografico: trasformare un dolore personale, intimo e devastante in un’esperienza collettiva e catartica. Non è semplicemente la storia di un alcolizzato in cerca di redenzione, ma il racconto struggente e vibrante di un'anima ferita, persa nei meandri della sofferenza più acuta: quella del lutto non elaborato.
Nel panorama cinematografico odierno, in cui i generi si rincorrono e spesso si annacquano, Sinners emerge come un’esperienza che rifonda le regole del western e dell’horror, contaminandoli con radici nere, sangue antico e spiritualità profonda. Non è solo un film. È un grido, un canto oscuro, un rito collettivo che brucia e incanta.
"Queer" di Luca Guadagnino, presentato in concorso alla Biennale di Venezia, si rivela una proposta cinematografica audace e innovativa, divisa in due sezioni ben distinte ma intrinsecamente collegate.