Come ci si sente dentro un corpo che sembra non appartenerci? La dismorfia corporea non è solo una questione estetica: è una condizione psicologica complessa, dove l’ossessiva attenzione ai difetti percepiti può portare ansia, depressione e isolamento sociale.
Il cinema di Paolo Strippoli si distingue per un uso del soprannaturale come metafora, mai fine a sé stesso: nelle sue storie il perturbante è la proiezione di ferite interiori o di tensioni sociali, che attraverso l’horror trovano forma visiva. Gli spazi che racconta – villaggi isolati, città svuotate, boschi opprimenti – non sono semplici scenografie, ma stati d’animo solidificati, riflessi emotivi dei personaggi.