Kim Novak, Icona Ritrovata: il Leone d’Oro a Una Ribelle del Cinema
- Giada Maria Scarfiello
- 4 ore fa
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Per chi immagina Hollywood come un luogo di luci brillanti e ricatto emozionale, Kim Novak è stata tutto il contrario. Nata Marilyn Pauline Novak nel 1933, accettò il nome d’arte suggerito per evitare l’eccessiva vicinanza con Marilyn Monroe, ma si oppose all’idea di cambiare il suo cognome — una scelta che già suggerisce la sua determinazione a rimanere se stessa. Nonostante la pressione degli studios, mantenne un’identità magnetica e sfumata, lontana dagli stereotipi della "bionda ingenua".
Michelle/Judy: un ruolo specchio
Il ruolo doppio di Madeleine/Judy ne La donna che visse due volte (Vertigo) è passato alla storia non solo come una performance leggendaria, ma anche come specchio della lotta interiore di Novak. Lei stessa ha raccontato che quel film era davvero il più importante della sua vita. Quando James Stewart "ricrea" Madeleine attraverso Judy, non interpreta solo un personaggio, ma rivive la sua stessa esperienza: il tentativo di Hollywood e del sistema di plasmare un’immagine che non le somigliava. Novak cercò di mantenere l'essenza di sé, pur dentro i vincoli imposti.

Quando il set diventa metafora di vita
Sul set, Kim Novak non si limitò a recitare — si confrontò anche con gli abiti che doveva indossare. Non apprezzava il tailleur grigio e le scarpe nere imposte da Hitchcock e ha avuto il coraggio di dirglielo:
“Mi fanno sentire staccata dalla terra, mentre io vorrei sentirmi un tutt’uno con l’aria.”
Hitchcock l’ascoltò, ma mantenne la sua visione:
“Li indosserai per Madeleine”.
Per Novak, quel disagio si trasformò in risorsa: la componente perfetta per dare vita a Madeleine, obbligata a essere qualcosa che non era.
Anche l’approccio alla regia fu diverso rispetto agli standard rigidi dell’epoca. Alfred Hitchcock pianificava ogni scena con cura maniacale — persino i dialoghi erano scanditi da un metronomo, e la musica di Bernard Herrmann era pensata in sincronia. Ma sul piano interpretativo, Novak godeva di libertà creativa:
"Mi ha lasciata libera di interpretare",
spiegò in un’intervista, un privilegio raro in una Hollywood così strutturata.
Scandali, relazioni e fuga verso l’arte
Negli anni ’50, ebbe un’intensa storia d’amore con Sammy Davis Jr., una relazione scandita da genialità e pregiudizio. Entrambi ribelli, sperarono di sfidare insieme le barriere razziali dell’epoca, ma la pressione dell’industria e di Columbia Pictures spezzò quella speranza.
Fuggì da Hollywood nel momento del suo massimo splendore, trasferendosi in Oregon per dedicarsi alla pittura, ai cavalli e — soprattutto — a se stessa. A 91 anni vive una vita serena, lontana dalle luci dei riflettori, ma radicata nei suoi valori:
“Volevo essere più di una face-decor: volevo mostrare la mia anima,”
ricordando le sessioni fotografiche che la segnarono profondamente.

Il Leone d’Oro: riconoscere una rivoluzione silenziosa
Oggi, a 92 anni, Kim Novak riceve il Leone d’Oro alla carriera alla Biennale di Venezia.
"Essere riconosciuta ora è un sogno che si avvera",
ha detto.
Non è solo un premio alla carriera, ma un riconoscimento di una donna che ha scelto la libertà artisticamente e personalmente, dimostrando che l'identità può resistere anche sotto il peso del sistema.
Ecco dove vedere il film citato
Vertigo (La donna che visse due volte) – disponibile su Sky Go, Now TV (abbonamento), e in noleggio o acquisto su Apple TV e Amazon Video.
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