Con Orfeo, Virgilio Villoresi realizza un film che sfida ogni classificazione e si pone in una dimensione laterale, ortogonale rispetto alla produzione contemporanea. Non tenta di aggiornare il mito in modo convenzionale, né si limita a rielaborarlo con estetica “d’autore”.
“Bugonia” non è un semplice thriller o un horror fantascientifico: è un’opera che usa il complottismo come linguaggio per parlare del nostro tempo, della fragilità umana e del bisogno disperato di certezze.
La storia è ambientata ad Algeri, negli anni Trenta. Meursault, un modesto impiegato, partecipa al funerale della madre senza piangere. È questa assenza di lacrime a incrinare tutto. Da quel momento, il suo destino sembra segnato.
Presentato in concorso alla 82ª Mostra del Cinema di Venezia nel 2025, il film ha ottenuto una delle accoglienze più commoventi e imponenti dell’intera edizione: 23 minuti di standing ovation, con il pubblico in lacrime e la sala trasformata in un coro collettivo.
Presentato in concorso all’82ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, No Other Choice è la nuova opera di Park Chan-wook, maestro coreano già autore di titoli di culto come Oldboy e The Handmaiden. L’anteprima mondiale ha scatenato entusiasmo: nove minuti di applausi hanno accolto un film che molti già considerano tra i più importanti della sua carriera.
Un ticchettio. Così si apre After the Hunt. Non è solo un suono, è un presagio: il tempo che scorre, il conto da pagare, l’ansia che cresce. Guadagnino lo mette lì, netto, prima ancora che compaiano i titoli di testa. E quei titoli, bianchi su nero, volutamente retrò, ci riportano a un’epoca di cinema che non c’è più.
Per chi immagina Hollywood come un luogo di luci brillanti e ricatto emozionale, Kim Novak è stata tutto il contrario. Nata Marilyn Pauline Novak nel 1933, accettò il nome d’arte suggerito per evitare l’eccessiva vicinanza con Marilyn Monroe, ma si oppose all’idea di cambiare il suo cognome — una scelta che già suggerisce la sua determinazione a rimanere se stessa.
Il cinema di Paolo Strippoli si distingue per un uso del soprannaturale come metafora, mai fine a sé stesso: nelle sue storie il perturbante è la proiezione di ferite interiori o di tensioni sociali, che attraverso l’horror trovano forma visiva. Gli spazi che racconta – villaggi isolati, città svuotate, boschi opprimenti – non sono semplici scenografie, ma stati d’animo solidificati, riflessi emotivi dei personaggi.
L’82ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica promette un’edizione straordinaria, con una line-up che mescola nomi leggendari, opere visionarie e nuove promesse. Ecco una panoramica dei film più attesi del festival 2025.