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Le Disfunzioni Sotto lo Sguardo Gotico di Mercoledì: Uno studio sulla stagione 2.

La seconda stagione di Mercoledì di Tim Burton, appena approdata su Netflix, non è soltanto un festival di estetica gotica e humor nero. È anche un ritratto sorprendentemente lucido di come le dinamiche familiari disfunzionali si travestano da eccentricità, diventando parte dell’identità collettiva di un nucleo. La famiglia Addams, dietro il velo teatrale e le gag macabre, nasconde un equilibrio instabile in cui ogni membro sembra imprigionato in un ruolo preciso e dolorosamente coerente.


La famiglia Addams nella seconda stagione di Mercoledì

Il fratello «ignorato»: invisibilità che diventa ruolo

Il fratello di Mercoledì, Pugsley, resta il grande invisibile della casa. La sua presenza sembra più un’eco che una voce: non è davvero ascoltato, non è mai al centro, non detiene nessun potere narrativo all’interno della famiglia. In molte famiglie reali, questa invisibilità si traduce in un’identità fragile, in un bisogno costante di approvazione o, all’opposto, in un ritiro emotivo. Nel caso degli Addams, la marginalità del fratello è mascherata dal contesto eccentrico, ma dietro la maschera rimane una ferita mai nominata.


Nelle famiglie narrative (e anche in molte famiglie reali) la marginalizzazione di un figlio non è mai neutra: diventa ruolo, funzione, modalità di relazione. Il fratello — “quello che non prende la scena” — spesso entra in dinamiche che dicono molto della salute emotiva del nucleo.


Se il fratello è scritto come elemento di sfondo, nella vita interna famigliare questo si traduce facilmente in esclusione dai processi decisionali, scarsa condivisione emotiva e mancanza di investimenti affettivi specifici. A lungo termine questo produce bassa autostima, ricerca di approvazione altrove o ritiro totale. Nella dinamica Addams questo si carica di ironia: la marginalità è mascherata dalla bizzarria, ma sotto la maschera resta una ferita relazionale.


Se la serie sceglie di sviluppare questo personaggio nella S2, opta per una direttrice forte: trasformarlo in agente di rottura, come colui che decide di risvegliare uno zombie per colpa della grande solitudine ed esclusione che ha accusato da amici e parenti. Così facendo, i primi 4 episodi della serie attualmente disponibili, ruotano attorno a questa decisione, che costerà a molti la vita.


Rivalità tra Mercoledì e Morticia: amore mortificante e lotta per l’individuazione

Sul fronte opposto, il cuore pulsante della tensione è la rivalità madre-figlia. Mercoledì e Morticia si muovono come due pianeti in orbita di scontro, una relazione in cui l’amore è avvelenato dalla mortificazione e il legame è avvolto da un filo spinato. Morticia sembra incapace di lasciare andare la figlia, di riconoscerle uno spazio autonomo, e questa resistenza genera scontri che nella seconda stagione diventano veri e propri duelli di spade. Non è solo gelosia o incomprensione generazionale: è la lotta per l’identità, per chi avrà il diritto di definire cosa significhi “essere un’Addams”.


Mercoledì Addams torna su Netflix

Quando una madre e una figlia arrivano a sfidarsi apertamente, non è mai solo gelosia o capriccio: è spesso un conflitto sul territorio dell’identità. Se Morticia mortifica la figlia, è probabile che ci sia stata una parentificazione inversa o un attaccamento iper-coinvolto. La figlia, per separarsi e formare un Sé autonomo, deve sfidare il modello materno; questa sfida si traduce in conflitto aperto quando i confini non sono stati rispettati. In certe famiglie il ruolo di «prediletto» non è statico; può oscillare e generare lotte per la posizione affettiva. Quando una madre è minacciata (dalla ribellione, dalla crescita, dalla perdita d’influenza), risponde con strategie di controllo: nella serie infatti Morticia brucia il libro degli incantesimi della figlia. Narrativamente la lotta madre-figlia può essere letta anche come rito che costringe entrambe a ridefinire l’amore: Morticia deve imparare a lasciare andare, Mercoledì a riconoscere l’amore dentro modalità sbagliate.


Il padre «divertente ma assente»: affetto spettacolare, presenza carente

In mezzo, c’è Gomez: padre caloroso a tratti, magnetico e divertente, ma emotivamente distante. La sua attenzione è interamente assorbita da Morticia, in una simbiosi coniugale che lascia i figli fuori dal cerchio dell’intimità. Il risultato è una triangolazione in cui la coppia genitoriale si compatta mentre la relazione con i figli si affievolisce. Gomez non è cattivo o crudele; semplicemente, non è lì dove i figli avrebbero bisogno che fosse.


La simbiosi tra padre e madre può irrigidire il ruolo materno (la madre detiene potere sui figli perché è l’unica che «rende conto» degli stessi), accentuando la competizione figlia-madre. Inoltre, il padre assente ma affascinante può essere percepito come complice della mortificazione, perché la sua attenzione al partner legittima la priorità della relazione coniugale rispetto ai legami parentali.


La famiglia Addams nella serie Mercoledì

Mercoledì e il trauma generazionale: la nonna come matrice di ferite

E poi, scavando più a fondo, emerge la radice: la nonna. Figura di potere e di ferite, è lei ad aver modellato Morticia con un’educazione fatta di umiliazioni e controllo. Questo trauma, mai elaborato, è passato alla generazione successiva come un’eredità avvelenata. Morticia, forse senza volerlo, ha riprodotto le stesse dinamiche con Mercoledì, in un ciclo che la serie rende evidente. Burton ci suggerisce che per rompere certi legami vincolanti non basta la ribellione: serve nominare il male, riconoscerlo, e decidere di non passarlo oltre.


Tutto questo si muove in un’atmosfera dove il macabro diventa difesa e il teatro familiare è insieme armatura e prigione. L’umorismo nero, le scenografie barocche, i rituali stravaganti: sono modi per tenere a bada l’angoscia e trasformarla in performance. Ma sotto la patina di velluto e spine, Mercoledì racconta di invisibilità, di lotte per il riconoscimento, di genitori troppo fusi tra loro per essere davvero presenti, e di ferite che viaggiano di madre in figlia.


La forza della serie sta proprio qui: ci fa sorridere di una famiglia grottesca, mentre in realtà ci parla di noi. Perché certe dinamiche — il figlio ignorato, la competizione madre-figlia, l’assenza affettuosa del padre, il peso del trauma ereditato — non sono poi così rare. Basta togliere i fiori neri e il gotico, e restano storie che molte case conoscono fin troppo bene.


Disponibile su Netflix.

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