top of page

Tra il Sogno e l’Infinito: l’Universo di Inception e La scrittura del Dio di Borges

Aggiornamento: 24 lug

Nel cuore del cinema di Christopher Nolan batte un ossimoro potente: il sogno che assume i tratti della realtà, e la realtà che si sgretola sotto il peso del sogno. Inception è un viaggio attraverso un caleidoscopio di mondi interiori, livelli di coscienza che si riflettono l’uno nell’altro come specchi infiniti. Ma questo viaggio non è solo un’invenzione cinematografica: già Jorge Luis Borges, decenni prima, aveva esplorato lo stesso territorio con una precisione quasi mistica in La scrittura del Dio. Qui, il sogno non è una fuga ma un atto creativo, la scrittura un codice divino che dà forma al cosmo.


Il filo rosso che lega Borges e Nolan è la domanda centrale: cosa accade quando l’uomo si fa demiurgo? Quando, attraverso la parola o l’immagine, tenta di plasmare la realtà a propria immagine e somiglianza? Entrambe le opere raccontano una battaglia esistenziale sul confine sottilissimo fra creazione e illusione, potere e perdita.


Leonardo Di Caprio in Inception
Leonardo Di Caprio nel film Inception (2010)

Sogno, scrittura e realtà: un intreccio indecifrabile

La realtà in Inception è stratificata come le pagine di un libro che non si chiude mai. Ogni sogno è un testo scritto a più mani, dove l’interpretazione del reale è sempre in bilico. Allo stesso modo, il racconto di Borges ci parla di una scrittura che non solo narra, ma crea l’universo — una scrittura che si configura come la lingua di Dio, un codice che racchiude in sé il potere dell’origine.


Qui si compenetrano i due mondi: Nolan mostra il sogno come un testo fluido, in continua scrittura e riscrittura, mentre Borges ci consegna un mito della scrittura come atto creativo divino. Entrambi ci dicono che il confine tra realtà e finzione è un costrutto fragile, e che la realtà stessa può essere interpretata come un racconto in divenire.


Ma questa fluidità non è innocente. Nel film, la manipolazione del sogno diventa una forma di potere, ma anche di prigionia. Nel racconto, la scoperta del linguaggio divino è una rivelazione che schiaccia tanto quanto eleva. In entrambi i casi, la creazione è ambivalente: può liberare ma anche imprigionare.


La trottola di Inception
Frame estratto dal film Inception (2010)

Il labirinto come simbolo di conoscenza e smarrimento: un doppio specchio

Il labirinto è il cuore pulsante di entrambe le opere. Per Borges, il labirinto è la metafora per eccellenza della conoscenza umana: complessa, enigmatica, potenzialmente infinita, ma anche fonte di smarrimento. Nel suo racconto, il protagonista si perde in una rete di segni sacri, un intreccio di significati che lo avvicinano al divino ma allo stesso tempo lo isolano.


In Inception, il labirinto diventa uno spazio fisico e mentale. Le architetture impossibili, le città che si piegano su sé stesse, rappresentano l’incertezza della mente, l’eterna ricerca di una via d’uscita dalla complessità del sé. Il film ci costringe a muoverci in un labirinto senza mappa, dove il sogno diventa un testo da decifrare, e la lettura stessa è un atto di creazione.


La compenetrazione è innegabile: il labirinto di Borges è il sogno di Nolan, e il sogno di Nolan è un labirinto scritto e riscritto. Entrambi riflettono la condizione umana di cercatori e smarriti, artisti e prigionieri del proprio potere creativo.


Inception: la copertina
La copertina del film Inception (2010)

Creazione, controllo e perdita di sé: il prezzo del potere divino

Borges ci mostra un uomo che, avendo scoperto la scrittura divina, sente di detenere un potere immenso ma rischia di perdersi dentro questo potere. Il suo racconto termina in un’eco di solitudine e inquietudine, suggerendo che la capacità di creare il mondo porta con sé anche la condanna di un isolamento radicale.


In Inception, questo tema si traduce nella psicologia del protagonista Dom Cobb, che lotta tra la volontà di controllare il sogno e la paura di perdervisi per sempre. Il sogno, che avrebbe dovuto essere uno strumento di potere, si trasforma in un labirinto mentale dove realtà e finzione si confondono, fino a mettere in discussione la sua identità stessa.


È qui che Borges e Nolan si incontrano più intensamente: la creazione è sempre anche una perdita, un abisso che può inghiottire chi osa guardare dentro. La tensione tra il desiderio di controllo e la fragilità del sé è al centro di entrambe le narrazioni, e riflette un timore universale, quello di essere inghiottiti dalla propria stessa opera.


Inception e Borges: un dialogo infinito tra parola e immagine

L’incontro tra Inception e La scrittura del Dio non è solo un confronto tra cinema e letteratura, ma un dialogo filosofico sul sogno, sul linguaggio, sulla creazione e sul potere. Borges ci insegna che la scrittura è un atto sacro e pericoloso, Nolan ci mostra il sogno come uno spazio di creazione ma anche di prigionia. Entrambi ci ricordano che il confine tra reale e immaginario è labile, che il potere creativo è insieme dono e condanna, e che forse l’unica vera certezza è il mistero stesso dell’infinito.


Ecco dove puoi recuperare il film:

  • Infinity+ / Mediaset Infinity

  • NOW (Sky)

  • Amazon Prime Video

  • Apple TV / iTunes

  • Google Play Film

  • Rakuten TV

  • TIMVision

Post recenti

Mostra tutti

Commenti


bottom of page