Il film non parla di guerra, ma della paura della guerra — e questo lo rende, almeno in teoria, più interessante di un classico thriller politico. Il nemico non ha volto né nome; il missile che minaccia la nazione è anonimo, impossibile da identificare. Non c’è un “altro” contro cui reagire: c’è solo un sistema di potere che si guarda allo specchio e non riconosce più la propria immagine.