A differenza di altre attrici della sua generazione, Claudia non aveva la recitazione come artificio tecnico, non lavorava di costruzione intellettuale: era corpo, voce, respiro, gesto. La sua recitazione nasceva dall’essere, non dal voler apparire.
In the Mood for Love non è un film d'amore nel senso tradizionale del termine. Non racconta una storia di passione consumata, ma esplora il territorio ambiguo tra desiderio e inibizione, tra ciò che è detto e ciò che è taciuto.
Ethan Coen sceglie la strada dell’anarchia stilistica e narrativa: chi conosce i Coen ritrova il gusto per il grottesco e l’assurdo, ma qui il tono è ancora più libero, quasi sperimentale.
Nel panorama dei social network, dove a dominare sono video brevissimi e algoritmi incomprensibili, c’è un luogo che resiste con calma e ostinazione: Letterboxd. Nato nel 2011 in Nuova Zelanda, oggi è diventato il punto di riferimento per cinefili, aspiranti critici e semplici spettatori che vogliono tenere traccia delle proprie visioni. Un diario, un archivio, ma anche una comunità globale che ha cambiato il modo in cui parliamo di cinema.
Strippoli racconta Remis, un villaggio dove tutti sembrano felici grazie a un rituale singolare: Matteo, un ragazzo introverso, assorbe il dolore degli altri abitanti. Questa premessa diventa un pretesto per esplorare temi universali e trasversali: quanto l’empatia forzata possa diventare un peso insostenibile, quanto farsi carico dei dolori altrui possa prosciugare le energie fisiche ed emotive di un individuo.
La storia è ambientata ad Algeri, negli anni Trenta. Meursault, un modesto impiegato, partecipa al funerale della madre senza piangere. È questa assenza di lacrime a incrinare tutto. Da quel momento, il suo destino sembra segnato.
Presentato in concorso alla 82ª Mostra del Cinema di Venezia nel 2025, il film ha ottenuto una delle accoglienze più commoventi e imponenti dell’intera edizione: 23 minuti di standing ovation, con il pubblico in lacrime e la sala trasformata in un coro collettivo.