Ari Aster, con Midsommar (2019), non realizza semplicemente un film horror. Realizza un affresco. Una tavola rituale dove pittura, psicologia, antropologia e cinema convergono in un incubo soleggiato. Inverte l’oscurità tradizionale del genere e la sostituisce con una luce bianca, onnipresente, in cui nulla può nascondersi. E in questa luce, esattamente come in un dipinto sacro o in un polittico medievale, ogni elemento ha una funzione simbolica, ogni gesto è un codice.
Nel mondo di Lanthimos, il corpo non è mai neutro. Non è mai semplicemente "dato". È un campo di battaglia, una superficie di iscrizione, un luogo dove si combatte tra natura e norma, tra desiderio e disciplina. La sua rappresentazione del corpo non è estetizzante, né naturalistica: è chirurgica. L'immagine è fredda, disinfettata, geometrica. La carne umana, invece, pulsa sotto la pelle dei gesti imposti, degli sguardi spenti, della lingua deformata.
L’82ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica promette un’edizione straordinaria, con una line-up che mescola nomi leggendari, opere visionarie e nuove promesse. Ecco una panoramica dei film più attesi del festival 2025.
Otto soldati italiani, inviati su un’isola greca, vengono strappati dal conflitto per trovarsi in una specie di Eden isolato, dove il tempo si dilata e la quotidianità porta con sé risate, amori semplici, ma anche la consapevolezza del mondo da cui provengono. L’innocenza che si vive lì non è ingenuità: è un momento raro, un’apertura verso la vita prima che la guerra la scolpisca con durezza.
Protagonista assoluto: Brad Pitt, nei panni di Sonny Hayes, ex campione ritirato che torna in pista con un team emergente per affiancare un giovane talento. Un archetipo classico: il veterano dal passato burrascoso, chiamato a fare da mentore e a dimostrare che ha ancora benzina – e orgoglio – nel serbatoio. E qui arriva il punto interessante: F1 non fa nulla per nascondere la sua anima arrogante. Anzi, la cavalca.
Pedro Pascal, attore cileno naturalizzato statunitense, è oggi uno dei volti più riconoscibili del cinema e della televisione contemporanea. Reso celebre da ruoli iconici in serie come Game of Thrones, Narcos, The Mandalorian e The Last of Us, è diventato un punto di riferimento non solo per il suo talento, ma anche per il modo in cui rappresenta l’uomo moderno sullo schermo e fuori.
È un cinema che pulsa sotto la pelle, Familia di Francesco Costabile, che torna dopo Una femmina con un’opera tesa, claustrofobica, profondamente umana. Proiettato nell’intenso contesto del Visioni Periferiche Festival, il film conferma il talento del regista nel dare forma visiva (e sonora) alla ferita intima e collettiva delle famiglie disfunzionali, senza mai indulgere nel compiacimento né offrire scorciatoie narrative.
In un’epoca in cui l’algoritmo decide cosa vediamo, quando lo vediamo e come lo vediamo, MUBI rappresenta un atto di resistenza. Una piattaforma, sì, ma prima di tutto un manifesto.
Bitonto, nel cuore della Puglia, il Visioni Periferiche Festival continua a dimostrarsi un presidio culturale vivo, radicale e necessario. La scelta di proiettare L’albero, opera prima di Sara Petraglia, è stata più che coerente con lo spirito del festival: portare nelle periferie il cinema che guarda ai margini, senza retorica, senza scorciatoie.